Racconti dalla Motor Valley

Giampaolo Dallara: un talento tutto made in Motor Valley

Quella di Giampaolo Dallara è una storia di grande passione, entusiasmo e numerose sfide. La sua firma accompagna alcuni modelli iconici dei brand della Motor Valley.

Giampaolo Dallara nasce a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, il 16 novembre del 1936. Della storia dell’auto italiana, il suo nome è uno dei giganti. Si laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano con una tesi su uno statoreattore supersonico e viene assunto in Ferrari il 2 gennaio 1960 in qualità di assistente dell’ingegner Carlo Chiti, all’epoca direttore tecnico del Reparto Corse di Maranello.

Lì mi hanno insegnato tutto.”, confessa Dallara, “Ho capito che sbagliando s’impara. Ogni volta che sbagliavo mi correggevano, e io ripartivo”.

La sua straordinaria carriera inizia nel fervore degli anni Sessanta, un periodo di rinascita per l’Italia dopo gli anni del dopoguerra. Speranze, sogni e grandi opportunità accomunano i giovani di quel tempo. Le stesse di Dallara, che dopo due anni di esperienze con le monoposto di Formula 1 del cavallino rampante, coglie al volo l’opportunità che le porte del Tridente gli offrono.

L’Emilia, il Tridente e Lamborghini.

In Maserati resta per due anni, lavorando a fianco dell’ingegnere Giulio Alfieri, responsabile tecnico del reparto corse del Tridente. Qui partecipa alla progettazione della vettura sport Tipo 64 e della vettura GT Tipo 151.

Il 1963 lo vede entrare a far parte della mitica Lamborghini. Sotto la sua guida, insieme a Marcello Gandini ed il compianto Paolo Stanzani, nasce la Miura P400, una delle Gran Turismo più ammirate di tutti i tempi. Ma l’ingegnere emiliano non si accontenta di questo trionfo, lavorando anche alla progettazione della 350 GT e dell’Espada, e contribuendo a consolidare il leggendario status del marchio.

Nel 1969 l’Italia vive una prima ripresa dal dopoguerra e il progettista emiliano coglie un’altra opportunità, andando alla De Tomaso, dove progetta una monoposto di Formula 2 fortemente innovativa, caratterizzata da un telaio monoscocca tubolare in lamiera chiodata di ispirazione aeronautica, con una elevata rigidità torsionale.

Nei gran premi del campionato europeo a cui la casa modenese partecipa alternativamente con i piloti Piers Courage, Jackie Ickx e Jonathan Williams, la vettura di Dallara mette in mostra buone caratteristiche tecniche, che costituiranno la base per lo sviluppo della De Tomaso F1 del 1970.

Il 21 giugno 1970 è un giorno che cambia, di nuovo, la sua vita. A Zandvoort, durante il Gran Premio d’Olanda, muore Piers Courage, il pilota inglese che correva proprio per la De Tomaso. Questo evento segna una svolta nella sua vita e lo spinge a tornare alle sue radici, a Varano de’ Melegari.

E nel garage di casa è nata la Dallara

È così che, nel 1972, nasce la “Dallara Automobili da Competizione“, la quale oggi lavora per Ferrari, Maserati, Lamborghini, Bmw, Pagani, Bugatti. 

Nel 1973 Giampaolo Dallara inizia la collaborazione, come consulente, per la realizzazione della monoposto di Formula 1 ISO Marlboro Williams progettata da John Clarke, con cui la casa di Varedo partecipa al Campionato del Mondo alternando diversi piloti, tra cui Nanni Galli, Howden Ganley, Jackie Ickx, Henri Pescarolo. Alla ISO, il tecnico segue anche la produzione delle Gran Turismo di serie, azionate dai potenti propulsori americani della Chevrolet. Parallelamente all’attività di progettazione in proprio, dal 1974 in poi Dallara collabora anche con la Lancia ai progetti di numerose vetture da competizione, dalla Stratos Gr.4 alla Beta Montecarlo Gr.5, dalla LC1 alla LC2.

Ma Dallara non si ferma qui. Condivide la sua vasta conoscenza fondando la Dallara Academy, e con l’accademia nasce il Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna), in collaborazione con le università di Parma, Modena-Reggio, Bologna e Ferrara. Un’istituzione educativa che forma le menti automobilistiche del futuro. Il suo invito è proprio quello di lavorare in team per raggiungere nuove vette. Un segno tangibile dell’amore che Dallara nutre per la sua Motor Valley.

 

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